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Effetti redistributivi dell’espansione monetaria
La creazione di moneta non incrementa le risorse che la società dispone nel suo complesso, ovvero non aumenta il numero di beni fisici (o la proprietà intellettuale) che i cittadini possiedono. Quanto accade è un semplice spostamento della ricchezza. Per fare un esempio:
Ipotizziamo che nella nostra tribù ci siano essenzialmente 3 beni principali: i baobab, le case e le damigiane. Bob possiede 5 baobab poiché è un giardinere, Dave possiede 4 damigiane perché è un artigiano, Charlie possiede una casa perché è un venditore di case. Nel nostro mondo immaginario 5 baobab e 5 damigiane valgono lo stesso, e permettono di comprare una casa. Inoltre c’è una banca centrale (per semplicità esemplificativa saltiamo l’intermediazione della banca commerciale) che stampa moneta ed è disposta a cambiare una banconota per ogni baobab e per ogni damigiana.
Sia Bob che Dave vogliono comprare la casa di Charlie. Bob può permettersela, Dave no. Tuttavia, prima che Bob abbia modo di pagare Charlie, Dave si fa venire un’idea: va dalla BC e chiede 6 banconote, affermando che può già garantire 4 damigiane che ha in magazzino e che molto presto, se lavora duramente, riuscirà a produrre altre 3 damigiane. La BC accetta e fà un prestito a Dave di 6 banconote, con la promessa di ricevere 7 damigiane (una rappresenta il tasso di interesse). Dave va da Charlie e batte l’offerta di Bob, offrendo 6 banconote, che valgono più di 5 baobab = 5 banconote.
Se prima una casa costava 5 banconote, ora ne costa 6. L’indice generale di inflazione non è aumentato molto, poiché una banconota acquista sempre un baobab e una damigiana. Tuttavia, le case sono aumentate di prezzo e ora valgono relativamente di più.
Questo significa che la produzione di case è incentivata rispetto a quella di baobab e damigiane, i materiali di costruzione delle case sono più domandati e aumentano di prezzo, i costruttori possono pretendere un salario maggiore, impiegare nuovi operai, gli investitori investono in quel settore. Tutto un settore produttivo ne guadagna, mentre quello dei baobab e damigiane è svantaggiato perché sono prodotti che valgono relativamente meno.
Il credito concesso dalla BC porta dunque a una redistribuzione della ricchezza, che tuttavia potrebbe non significare una perdita di efficienza economica.
Efficienza economica e politica monetaria
A ben guardare, se tutto va bene, Dave lavora duro e riesce a produrre in tempo le 3 damigiane per ripagare la banca. Se non si fosse indebitato, non avrebbe lavorato e prodotto tanto, ma la possibilità di acquistare la casa dei suoi sogni è stata di grande stimolo.
La disponibilità di moneta ha permesso quindi che nella tribù ci sia una produzione totale maggiore: 5 baobab, 1 casa e ben 7 damigiane. Ha funzionato quello che Keynes chiamava «Animal spirit»: la disponibilità di credito ha costituito uno stimolo alle attività reali di Dave.
In realtà, si può dubitare di quanto questo sia indice di maggior ricchezza: a compensare la soddisfazione di Dave, bisogna dire che Bob ora non ha la casa che desiderava, e Dave ha lavorato molte più ore e goduto di meno tempo libero (che è agli effetti una «risorsa» a lui sottratta) e se si dovesse sommare l’utilità totale (se intersoggettivamente comparabile) acquisita da Dave (al netto della perdita di utilità per il minore tempo libero) e la perdita di utilità di Bob, il conto potrebbe non essere positivo.
Il vero problema è tuttavia quando le cose vanno male e Dave non dovesse riuscire a produrre le 3 damigiane richieste.
La banca si prende la casa di Dave, che non è in grado di ripagare il prestito, e la rimette in vendita sul mercato. Bob la acquisterà per 5 baobab.
Il processo è stato inefficiente per una serie di motivi:
1. Dave ha pagato una serie di interessi sul debito (lavorando per produrre damigiane), senza avere proprio nulla in cambio (perché la casa gli viene sottratta)
2. Bob ottiene la casa in ritardo rispetto a quanto avrebbe desiderato (il che significa una perdita di utilità per Bob)
3. Le case tornano a costare 5 banconote = 5 damigiane = 5 baobab. I prezzi relativi tornano ai valori precedenti la creazione di moneta. Quindi gli investitori che avevano spostato i loro capitali nel mercato immobiliare scoprono di aver allocato male i loro investimenti e sostengono una perdita e un costo per riallocare i propri capitali, i costruttori tornano ai salari precedenti la bolla immobiliare e gli occupati nel settore rischiano di perdere il posto. Al periodo di boom segue il periodo di recessione o crisi.
Effetti macroeconomici della politica monetaria espansiva
1. Quando i tassi di interesse si abbassano, il creditore è svantaggiato, il debitore è avvantaggiato. C’è dunque un incentivo a indebitarsi e c’è uno spostamento di ricchezza dal creditore al debitore
2. Il sistema si basa sulla fiducia che i debitori restituiscano i debiti. Se così non accade, per un effetto a catena il sistema collassa.
3. Le banche e gli investitori hanno modo di fare operazioni finanziarie irresponsabili, a fronte di basse garanzie, poiché possono sempre contare su un prestatore d’ultima istanza. Le banche sono considerate «too big to fail», ma è proprio la politica monetaria a incentivare le banche a comportamenti speculativi.
4. Chi può acquistare un bene grazie al credito ricevuto (Dave), sottrae quel bene ad altri che lo desiderano (Bob) per via dell’apprezzamento di quel bene. L’espansione monetaria può modificare i prezzi relativi dei beni, comportando una redistribuzione della ricchezza in differenti settori.
5. Alcuni beni o servizi (quelli domandati nel settore più inondato di liquidità) rischiano di essere al centro di una bolla speculativa per l’aumento dei prezzi, con conseguente ricaduta e crisi sistemica ->vedi i dettagli sulla crisi 2007-2011 in una finestra separata
6. I risparmiatori, inclusi correntisti e detentori di depositi bancari (in generale i creditori di una banca) godranno di nulli o scarsi interessi dal prestito fatto alla banca, a fronte comunque dei costi e dei possibili rischi: impossibilità di prelevare, cioè di ottenere in restituzione il proprio denaro oltre una certa somma; prelievi forzosi da parte dello stato; possibile bancarotta e quindi perdita dei propri risparmi o investimenti. Nonostante ciò l’intermediazione è inevitabile, poiché gli stati promulgano leggi sempre più restrittive nei confronti del contante.
7. Se un’espansione monetaria produce inflazione, ovvero un aumento del valore relativo dei beni rispetto alla moneta, i primi utilizzatori (in termini temporali) della moneta creata sono avvantaggiati rispetto agli ultimi, che soli risentiranno della perdita del potere d’acquisto, poiché l’aumento dei prezzi non è immediato ma incrementale nel tempo. Chi consuma prima la moneta (generalmente il debitore) è avvantaggito rispetto a chi la consuma dopo (il creditore). Infatti il creditore guadagna nel tempo un (basso) tasso di interesse (zero nel caso dei correntisti), ma perde potere d’acquisto.
Per capire perché la banca centrale sceglie di praticare un'espansione monetaria, clicca su "Pagina successiva"