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Come funziona la “creazione di moneta” mediante riserva frazionaria
Alice versa 100.000 nella Banca A. La banca tiene una riserva di 40.000 (il 40%) e 60.000 vanno a Charlie come prestito.
Charlie li spende per ristrutturare la casa e questi soldi vanno quindi al costruttore Bob
Bob versa i 60.000 sul suo conto corrente nella banca B.
La banca B ne tiene in riserva 24.000 e fa un prestito di 36.000 euro a Dave.
Ora poniamo che Alice e Bob ritirino tutti i loro soldi dalle banche A e B, prima che Charlie e Dave restituiscano il prestito alle banche.
In circolazione in questo momento abbiamo questa quantità di denaro:
o 100.000 Alice
o 60.000 Bob
o 36.000 Dave
Quindi ben 196.000, quasi il doppio rispetto ai 100.000 esistenti. Questo nel caso in cui le banche A e B tengnao in riserva il 40%. In realtà, le riserve oggi sono molto più basse. La BCE impone alle banche di tenere in riserva il 2% (il 18 gennaio 2012 abbassato all’1% per dare una «spinta» all’economia dopo la crisi) perciò la moneta in circolazione risulta essere incredibilmente più grande della base iniziale: avviene quella che è chiamata “creazione di moneta”.
Ma come fanno le banche A e B a restituire ad Alice e Bob quanto dovuto se non hanno ancora ricevuto i soldi prestati a Charlie e Dave? Chiedono un prestito ad un’altra banca, pagando un interesse su questo tipo di credito interbancario.
Generalmente si tratta di un tasso di interesse detto overnight, perché una banca esaurisce solo momentaneamente la liquidità, e alla fine del giorno successivo è già in grado di restituire quanto chiesto.
La creazione di moneta in gold standard vs valuta fiat & il filtraggio
Non è detto che la banca (l’intermediario) facendo credito crei automaticamente moneta.
Se per esempio in regime di gold standard la banca ha 10kg d’oro e presta 10 banconote dal valore di 1kg d’oro ciascuna, allora non sta creando moneta.
Tuttavia la banca, poiché si aspetta di ricevere 2kg d’oro e quindi di avere presto una riserva di 12kg, potrebbe decidere di prestare 12 banconote da 1kg d’oro e non solo 10. In questo caso sta prestando più denaro di quello che possiede attualmente in riserva, perciò crea moneta.
In regime metallico non era possibile prestare 12kg d’oro possedendone solo 10kg, ma quando la moneta è un titolo sull’oro e non l’oro stesso, può diventare anche un titolo sull’oro che si possederà in futuro e non solo su quello che si possiede ora.
Naturalmente, se in gold stadard la creazione di moneta ci appare come una forzatura, per cui diffideremmo della banca che stampa più banconote del rispettivo in oro che possiede, in regime di valuta fiat non c’è più un parametro di riferimento così «solido», ma il meccanismo non cambia: la banca concede più credito di quanto ne possiede correntemente in riserva.
Bisogna puntualizzare che, storicamente, sia in regime di gold standard che di valuta fiat, le banche o le banche centrali hanno spesso mantenuto riserve insufficienti in oro per restituirlo contemporaneamente a tutti i possessori di banconote o monete (fisiche o digitali), salvo casi eccezionali (come l’Ordine dei Templari nel basso medioevo o la Banca di Amsterdam fino alla prima metà del XVIII secolo). Quindi le banche hanno sempre creato moneta, sottoponendosi quindi a un rischio di bancarotta (soprattutto in caso di crisi sistemica e «corsa agli sportelli»).
Nel caso di moneta fiat, la quantità di moneta generata mediante il credito è limitata da due variabili: il denaro depositato sulla banca (d) e il coefficiente di riserva frazionaria (c). Per cui abbiamo: espansione creditizia = (d / c) – d (vedasi per approfondimenti H. De Soto – Moneta, Credito Bancario e Cicli Economici, cap 4, p 209 e assunto p. 211 per cui sistema bancario ≈ banca momopolista)
Si noti che un’economia fortemente digitale/elettronica, in cui la moneta circola interamente nel sistema bancario, l’espansione creditizia è molto maggiore. Infatti mantenere moneta fiat in forma di banconote in portafoglio o in cassaforte significa “filtrare” denaro fuori dal circuito bancario. La banca centrale potrà sempre fare politiche monetarie espansive mettendo in circolazione nuove banconote, ma quantomeno, le banche commerciali non potranno fare riserva frazionaria su quelle che abbiamo in tasca. Il “filtraggio” permette di ridurre notevolmente l’espansione monetaria, riducendo il valore di “d” nella formula riportata sopra (vedasi per approfondimenti H. De Soto – Moneta, Credito Bancario e Cicli Economici, cap 4, p 226 per il filtraggio)
I rischi nella creazione di Moneta & la teoria Keynesiana
Se la banca A non avesse prestato i soldi a Charlie, questi non avrebbe avuto una casa ristrutturata e il costruttore Bob non avrebbe avuto un lavoro pagato 60.000, quindi la banca B non avrebbe potuto prestare a Dave altri 36.000 per finanziare una sua attività, e così via. Insomma la creazione di moneta può dare temporaneamente un impulso positivo all’economia.
Alice non ha bisogno di consumare immediatamente i suoi soldi, perciò li ha messi da parte in banca. La banca ha la funzione di mettere a frutto i risparmi di Alice, prestandoli a chi ne ha bisogno. In questo modo, chi ha necessità immediata di utilizzare quei soldi può farlo: nel nostro caso Charlie ha la possibilità di spenderli per ristrutturare. La banca permette al «risparmio» generale dell’economia, ovvero denaro momentaneamente inutilizzato, di diventare «consumo» o «investimento». Il problema è che nel caso in esame, Alice non ritiene di aver “prestato” i propri soldi alla banca, ma di averli soltanto “depositati”!
Secondo John Maynard Keynes e i suoi epigoni contemporanei, più c’è propensione al consumo nell’economia, più l’economia cresce, poiché la domanda di consumo aumenta la produzione. Questo meccanismo è detto in macroeconomia «moltiplicatore keynesiano». Ne deriva che la creazione di moneta, stimolando consumi e investimenti, stimolerà anche l’economia in generale.
Tuttavia, se una banca non è in grado di restituire ai correntisti quanto vogliono prelevare, o se non è in grado di ripagare i debiti con le altre banche sul mercato overnight (o altri tipi di debiti), probabilmente fallirà. Seguendo l’esempio precedente:
1 – se l’attività di Dave va male e non è in grado di ripagare il suo debito, la banca B non potrà restituire a Bob i suoi soldi, dovrà quindi chiedere un prestito alla banca A.
2 – Se A però è nella stessa situazione poiché anche Charlie non riesce a restituire il proprio debito, non potrà prestare nulla a B. Oppure la banca A potrebbe semplicemente rifiutarsi di prestare denaro a B, o offrirsi di prestarlo a un tasso di interesse troppo alto (per compensare il rischio elevato di insolvenza di B) perché B possa permetterselo.
3 – Quando B fallisce, i cittadini che si erano affidati alla banca B perdono i propri risparmi, e anche le banche che avevano fatto credito a B non riavranno indietro il denaro prestato. Questo scatena una reazione a catena, detta crisi sistemica. È quanto è successo nel 2007: i mutuatari statunitensi non riuscivano a ripagare i debiti alle banche, e coi fallimenti delle banche è scattata una crisi mondiale.
Un’eccessiva creazione di moneta può quindi provocare reazioni cicliche nell’economia: a un periodo di espansione economica (incentivata dalla disponibilità di credito) segue una recessione. La nostra economia moderna è tipicamente caratterizzata da questo andamento ciclico.
Per vedere l’equilibrio di libero mercato nella creazione di moneta e la differenza con l’intervento della Banca Centrale, clicca su “Pagina successiva”